Attacchi di panico e ansia sono tra i disagi psicologici più diffusi. Se stai leggendo questo articolo probabilmente l’ansia “viene a farti compagnia” più spesso di quanto vorresti e ti stai chiedendo come liberartene o vuoi supportare una persona che ne soffre.
Nel disturbo da attacchi di panico (DAP) si passa dall’ansia al panico perché la persona tende a interpretare i sintomi fisici tipici dell’ansia come la tachicardia o il respiro accelerato come catastrofici. Per citare i timori più comuni in quei momenti abbiamo: Morte improvvisa (Mi sta per venire un infarto!), Malessere (Non respiro! Adesso vomito!), Perdita del controllo (Sto per svenire!), Sensazioni psicomotorie (Non riesco a stare in piedi!), Impazzimento o perdita del controllo (si teme di attuare comportamenti non voluti).
Questi sintomi sono normali in un momento di alta preoccupazione ma la persona non li riconosce come tali e ne viene enormemente spaventato. Si avvicina così l’attacco di panico. In questo caso sarebbe un po’ come spaventarsi di essere spaventati, ovvero avere paura di avere paura.
Per capire come si passa dall’ansia al panico, bisogna approfondire i sintomi da un punto di vista fisiologico. I sintomi dell’ansia e del panico sono legati al forte rilascio di adrenalina in risposta alla paura. L’adrenalina attiva un caratteristico stato fisiologico in cui il metabolismo accelera, alcuni muscoli si contraggono, aumenta la frequenza cardiaca, il flusso sanguigno e si assiste all’esaltazione del respiro. Sintomi fisici come: aumento della frequenza del respiro e dilatazione bronchioli polmonari causano un’iper-ossigenazione del sangue in circolo. L’eccesso di ossigeno nel sangue, una volta raggiunto il cervello causa una sensazione di ottundimento e stordimento. Tale sensazione favorisce la comparsa di sintomi psicologici come la derealizzazione, la depersonalizzazione e, più in generale, la sensazione di perdita del controllo.
L’adrenalina causa variazioni che riguardano gli sfinteri e la muscolatura liscia dell’apparato digerente (da qui, mal di stomaco, mal di pancia, dolori addominali, e la voglia di “andare in bagno”).
Le variazioni dell’apparato cardiocircolatorio con l’aumento della pressione arteriosa, provocano a sua volta un maggiore afflusso di sangue diretto al cuore e al cervello. La pulsazioni cardiache accelerate vengono interpretate come un malessere catastrofico e da qui aumenta la paura (sto per morire!).
Innanzitutto per curare gli attacchi di panico bisognerebbe analizzarne l’ansia che sottende il disturbo, cosa non sempre facile e veloce ma ne vale la pena. La percentuale di successo della psicoterapia per questo disturbo è molto buona.
Il primo passo consiste nell’individuare “le minacce” e il loro eventuale valore simbolico. Ad esempio l’ansia è attivata da fattori che la persona percepisce come minacciosi per la propria immagine, libertà o, più in generale, per i propri scopi. È fondamentale aiutare il paziente a individuare e affrontare quei pensieri che lo portano a percepire la minaccia ai proprio scopi e valori innescando i sintomi dell’ansia.
Al contempo è possibile lavorare sul proprio senso di autonomia e potere. Perché se è vero che le minacce causano ansia, è anche vero che la percezione della minaccia può ridursi se la persona ritiene di avere le risorse per fronteggiare quel pericolo. La fiducia nelle proprie risorse e le capacità introspettive (la tua auto-consapevolezza) sono di centrale importanza nella cura dell’ansia e degli attacchi di panico.
Successivamente il trattamento prevede un esposizione per cercare di suscitare deliberatamente le sensazioni fisiche al panico. In questo modo il paziente può esplorare le sensazioni dell’attacco di panico con un atteggiamento nuovo e fiducioso imparando a non subire più le sensazioni associate all’attacco di panico.
Ovviamente avere dei ritmi di vita rispettosi del ciclo sonno-veglia, aumentare il tempo libero di qualità, magari imparare un metodo per rilassarsi, non guasta per accelerare la guarigione.
Per quanto riguarda l’uso dei farmaci da soli non può essere considerato risolutivo nella cura del disturbo d’ansia o del disturbo da attacchi di panico. Sono sicuramente utili, in particolare in una fase iniziale ma non risolutivi. I farmaci impiegati per fermare gli attacchi di panico sono diversi, generalizzando, tra i farmaci più prescritti vi sono numerose classi di antidepressivi (triciclici, atipici, inibitori delle monoaminossidasi e soprattutto gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina SSRI) e numerose classi di ansiolitici (soprattutto benzodiazepine).