Rilassamento – 5 metodi a confronto

Ci sono tanti tipi di rilassamento, probabilmente tutti validi, ma qual è quello più adatto ai nostri gusti?

“Rilassati!” ci dicono… Alle volte ci volgiamo anche provare ma non è facile soprattutto durante periodi emotivamente impegnativi o stressanti. Allora che fare? Potrebbe essere utile impara una tecnica di rilassamento così da poter avere qualcosa da applicare concretamente.
Ma quali tecniche o strategie sembrano oggi dare maggiori soddisfazioni? Quante strategie di rilassamento esistono? 

La risposta sincera è “non lo so”, non credo di conoscerle tutte, però posso dire che attualmente in psicologia se ne usano molte e tutte hanno dei punti forza e di debolezza. La maggior parte prevedono la conduzione di un esperto, altri invece, come il Training Autogeno sono nati e pensati per essere  realizzati in autonomia. Elencherò alcune tecniche tra le più utilizzate:

  • Rilassamento Frazionato di Voght: in una posizione comoda (stesi o seduti) si accompagna l’attenzione a diversi parti corporee cercando di lascare andare eventuali tensioni muscolari, iniziando dai piedi per poi salire e arrivare fino alla sommità del capo. È il precursore del più famoso training autogeno.
  • Training Autogeno: Si tratta di una serie di esercizi mentali di autodistensione allo scopo di portare progressivamente al realizzarsi di modificazioni del tono muscolare, della funzionalità vascolare, dell’attività cardiaca e polmonare, dell’equilibrio neurovegetativo e dello stato di coscienza. Si compone di 6 parti, caratterizzate dalla ripetizione mentale di formule e ascolto corporeo. La parola training autogeno significa letteralmente “allenamento che si genera da sé” in quanto non richiede sforzo ma gli effetti nascono dal lasciarsi andare alle proprie sensazioni corporee. Con questa tecnica si fornisce al praticante uno strumento a portata di mano per prevenire e contrastare eventuali stati d’ansia e di malessere. Se ti può interessare organizzo regolarmente dei corsi di Training Autogeno.
  • Immaginazione guidata con le creazione del “posto sicuro”. Inizialmente devo aver scelto un luogo reale in cui in mi sento al sicuro ed in pace da evocare. Dopo aver disteso il corpo, cecherò di visualizzare mentalmente questo luogo cercando di coinvolgere in questa mia rappresentazione mentale più informazioni e sensi possibili, quindi, non solo la visiva ma anche il tatto, olfatto e udito.
  • rilassamento progressivo di Jacobson. Una seduta tipo si può riassumere così: la persona sdraiata inizia a creare intenzionalmente una tensione su un gruppo muscolare (es. il braccio) inspirando, si mantiene la contrazione per 10-15 secondi, poi la si rilascia durante l’espirazione.
    Dopo un breve riposo, questa sequenza viene ripetuta con un altro gruppo di muscoli. In modo sistematico, i principali gruppi muscolari sono così contratti e successivamente rilassati. A poco a poco, diversi muscoli vengono tra loro combinati. Lo scopo finale è quello di percepire rilassamento passando attraverso il riconoscimento delle differenze tra tensione e abbandono.
  • Yoga nidra  o Yoga del Sonno di Swami Satyananda Saraswati. È un rilassamento piuttosto articolato e condotto da un maestro che richiede anche un ora di tempo se completato in tutte le sue parti. Inizialmente sarebbe prevista una parte di movimento per preparare il corpo con la pratica dell’Hatha yoga per poi predisporsi al rilassamento nella posizione stesa di Savasana. E’ necessario anche creare e focalizzare una risoluzione (Sankalpa), ovvero una sorta di proponimento positivo che vorrei realizzare nella mia vita. Da qui si inizia con la “Rotazione della coscienza”, ovvero spostare l’attenzione alle diverse aree del corpo, cercando anche di visualizzare tali zone. Al termine della pratica di rotazione della coscienza si chiede di portare la consapevolezza sul proprio respiro. A seguire c’è il risveglio di sensazioni opposte come il freddo e il caldo, la leggerezza e la pesantezza, la contrazione e l’abbandono. Sul finale il conduttore del rilassamento proporrà delle visualizzazioni di immagini, per poi arrivare alla conclusione con il riproponimento della risoluzione positiva personale (Sankalpa).


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *