Ci sono quattro differenti fasi che caratterizzano le reazioni d’ansia e stress, non devono esserci necessariamente tutte e tre ma possono verificarsi singolarmente o, nei casi più intensi, anche susseguirsi. Sono: 1° “Freeze” (congelamento/allerta),
2° “Flight” (fuga)
3° “Fight” (combattimento)
4° “Fright” (immobilità)
Le risposte del nostro organismo ad un evento stressante sono 4, e vengono dette le 4 “F” della reazione allo stress. Per semplicità storicamente se ne consideravano soltanto due, ovvero la famosa risposta fisiologica del “Fight or Flight”, “attacca o scappa”. Poi, nel tempo, se ne sono aggiunte altre due, il “Freeze and Fright”.
A dirla tutta la ricerca scientifica parla da un pò di aggiungerne anche una quinta “F”, staremo a vedere.
Per descrivere queste quattro differenti reazioni ad uno stimolo stressante usiamo l’esempio classico di un animale che incontra un predatore. E’ un esempio classico perché cosa può esserci di più stressante di qualcosa che mette in discussione la vita?
La sequenza delle risposte ad eventi stressanti inizia con quello che gli etologi chiamano “Freeze”. Questa è la prima “F”, detta del congelamento. Ovvero uno stato di iper-vigilanza e allerta. In presenza di un predatore la preda rimane letteralmente congelata perché ha più probabilità di evitare la cattura. Questo avviene perchè la corteccia cerebrale visiva dei carnivori si è evoluta principalmente per rilevare oggetti in movimento. “Freeze” insomma è che la prima risposta possibile, perché tende a verificarsi quando la minaccia è piuttosto distante e il predatore non è ancora consapevole della presenza della preda.
Successivamente, se la preda si accorge di essere stata vista l’effetto conseguente è quello di fuggire. La seconda “F” è per l’appunto la fuga o “Flight”. La preda scappa il più velocemente possibile; ma se non troverà vie di fugga, la maggior parte delle prede prenderà la contromisura di combattere “Fight”, ovvero la terza “F” per sopravvivere.
Nel caso in cui le reazioni precedenti: congelamento, fuga o combattimento, siano state inefficaci, si viene presi da una spirale crescente di iper-vigilanza che condurrà il corpo fino all’immobilità. Una condizione che capita anche a noi esseri umani nei momenti di panico. Ci sentiamo immobilizzati, con le gambe che si fanno dure e con i piedi che sembrano piantati a terra.
L’istinto porta la preda a rimanere immobilizzata “Fright”, questa è la la quarta “F”. Immobilizzarsi può sembrare poco brillante come strategia in presenza di un predatore ma aumenta le possibilità di sopravvivenza, è chiaramente la soluzione estrema perché la preda si trova a confidare sul fatto che il predatore allenti la presa perchè la preda sembra già morta, dandole un ultima possibilità di mettersi in salvo.